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La risposta della robotica industriale all’e-waste

L’e-waste, detto anche RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) in italiano o WEEE (Waste of Electric and Electronic Equipment) in inglese, consiste in apparecchi e strumenti elettronici che devono essere smaltiti perché rotti o non più funzionanti. 

In un’azienda sono moltissimi, basti pensare che vi rientrano:

  • Cellulari
  • Fotocopiatrici
  • Stampanti
  • Fax
  • Telefoni fissi
  • Computer
  • Tablet
  • Lettori audio e video

 

Sono oggetti davvero comuni e sottoposti a intensa usura, quindi devono essere dismessi frequentemente e riciclati correttamente. Il grande problema è che si tratta di rifiuti speciali, perché in alcuni casi i componenti elettronici possono essere molto pericolosi, come ad esempio gli schermi a tubo catodico oppure parti di computer contenenti metalli pesanti e sostanze tossiche.

In altre parole, ciò che rende questi rifiuti difficili da riciclare è proprio la presenza di sostanze pericolose per l’ambiente e di componenti che non sono in alcun modo biodegradabili. Il loro impatto inquinante, quindi, è potenzialmente altissimo. È evidente che l’obiettivo a livello mondiale deve essere di massimizzarne il riciclo e le automazioni robotiche sono la risposta. Vediamo come.

 

Rifiuti speciali e pericolosi: gestirli in sicurezza

La ‘pericolosità’ di questi rifiuti non è solo verso l’ambiente naturale, ma anche verso l’uomo stesso, tra cui rientra il personale addetto allo smaltimento. Ogni singolo materiale di cui sono composti i device elettronici deve essere recuperato secondo criteri specifici per evitare una dispersione altamente inquinante e di per sé inutile, visto che si tratta di risorse sempre più carenti in natura e perfettamente riutilizzabili, come ad esempio:

  • Rame
  • Acciaio
  • Alluminio
  • Argento
  • Oro
  • Piombo
  • Mercurio
  • Ferro
  • Platino
  • Palladio
  • Litio

 

Le statistiche europee sul riciclo dell’e-waste sono ancora molto fluttuanti da nazione a nazione e aggiornate con cadenza non regolare. Tuttavia, con l’aumentare dell’uso di strumenti tecnologici nella quotidianità aziendale, anche la percentuale di e-waste prodotto cresce proporzionalmente.    

Si tratta, quindi, di un riciclo che deve essere gestito in modo organizzato, rapido e sicuro perché riguarda un tipo di rifiuti che continuerà sempre a crescere a ritmi sostenuti. Studi stimano che la quantità pro capite di scarti elettronici ed elettrici si attesta sull’ordine dei 6 kg annui. Un dato che deve fare riflettere, soprattutto a livello aziendale e industriale.

A questo proposito, un sito molto interessante da consultare per rendersi conto delle dimensioni del problema dell’e-waste a livello globale è globalewaste.org. Il sito web The Global E-waste Statistics Partnership (GESP) è una partnership nata tra l’International Telecommunication Union (ITU), la United Nations University (UNU) e la International Solid Waste Association (ISWA) per monitorare gli sviluppi dell’e-waste nel tempo e aiutare gli stati a produrre delle statistiche precise.

La risposta a livello industriale

È evidente che le aziende e le industrie sono grandi produttrici di e-waste e sono anche i soggetti a cui i governi stanno chiedendo i cambiamenti più importanti in termini di contenimento dell’impatto ambientale derivante dalle loro attività. 

Il tema del surriscaldamento globale è sotto gli occhi di tutti e molte imprese hanno già radicalmente cambiato molte ‘cattive’ abitudini puntando a una svolta più green della quotidianità in azienda. Tuttavia, quando si parla di e-waste emergono alcune complessità, come la classificazione corretta dei vari materiali e lo smantellamento dei vari dispositivi

Gestire manualmente il recupero di questo tipo di rifiuti è impensabile. I rischi sono troppo alti e i tempi di esecuzione sarebbero lunghissimi, con costi di gestione che lieviterebbero a dismisura.

La risposta può arrivare, invece, da sistemi robotici automatizzati evoluti. Infatti, in passato, il limite della gestione automatizzata era dato dalla non uniformità dei rifiuti da smaltire. Adesso la ricerca nel campo della robotica industriale ha trovato soluzioni concrete. 

 

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Robotica, e-waste e ricerca

Di fronte a un’evidente bisogno di crescita sostenibile, noi di Tera Automation siamo parte di un piano per lo studio e lo sviluppo di un processo integrato per il recupero e il riciclo di materie prime da RAEE realizzato in sinergia con Mediate Srl (spin-off della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa per la ricerca e lo sviluppo), Italimpianti Orafi S.p.a., Violi S.r.l. e il dipartimento di chimica dell’università di Urbino, una vera rete di imprese ed università.  

L’obiettivo è fare in modo che un rifiuto complesso, come il rifiuto elettronico, una volta disassemblato, vada a costituire nuove materie prime per settori diversificati, risparmiando risorse naturali ed economiche. La robotica industriale e l’intelligenza artificiale sono la strada con cui rendere sempre più precisi e sofisticati i passaggi, un tempo critici, di selezione e ordinamento dei componenti elettronici. La manipolazione robotica può quindi garantire lavorazioni che fino a oggi solo l’uomo poteva fare ma che lo esponevano ad elevati livelli di rischio.

La gestione dell’e-waste, quindi, deve fare parte di una sorta di ‘filiera’ che inizia dal riconoscimento dell’oggetto elettronico tramite sistemi di visione evoluti e procede per step al recupero di tutti i componenti e materiali.

T-Flexicell: l’isola robot per l’e-waste

Noi di Tera Automation abbiamo quindi ripensato le nostre isole robotizzate per la manipolazione T-Flexicell in modo che siano in grado di smistare anche i rifiuti di tipo elettrico ed elettronico. 

Ma come sono fatte fisicamente queste isole? Nell’aspetto sono molto simili a qualsiasi altra T-Flexicell per la manipolazione. Quindi ne conservano le dimensioni compatte, al loro interno può essere inserito un robot antropomorfo oppure un robot Delta. L’automazione viene poi dotata di sistema di visione 2D o 3D per la distinzione e selezione dei componenti.

In base al tipo di rifiuto si possono studiare diverse soluzioni di alimentazione, di scarto e di raccolta pezzi divisi in base alla tipologia.